lunedì 23 maggio 2011

ANTILOPE AZZURRA

L'antilope azzurra è un bovide scomparso nel 1799.Questa antilope era strettamente imparentata con l' antilope nera, il suo areale era il solo Sudafrica anche se nell'ultima era glaciale comprendeva anche la Namibia.I motivi principali della sua estinzione furono due : la competizione con i bovidi domestici importati nel 400 d.C.Ma il motivo più importante fu la caccia dei Boeri che non li mangivano ma li uccidevano per sport e per ampliare i terreni coltivati.Attualmente ne rimangono quattro esemplari impagliati (nei musei di Vienna, Parigi, Stoccolma e Leida), oltre che alcune paia di corna e varie ossa in altri musei.
È da notare che nessuno degli esemplari impagliati mostri anche un vago riflesso bluastro: il loro mantello è fatto di peli striati di nero e di giallo.

domenica 22 maggio 2011

TIGRE DEL CASPIO

La tigre del Caspio era una sottospecie di tigre estinta nel 1980. Questa tigre viveva dall' Iran fino alla Mongolia.I risultati di una ricerca genetica del 2009 hanno dimostrato che tale animale fosse imparentato
 molto strettamente con la tigre siberiana[1]. Separata da essa da una sola lettera del codice genetico, si ritiene che si sia differenziata dalla sua controparte nordica solamente nel secolo appena trascorso. Alcuni ricercatori hanno suggerito che sarebbe possibile reintrodurre alcuni esemplari di tigre siberiana nell'antico areale della tigre del Caspio con la speranza di ricreare la sottospecie scomparsa.Questa tigre ai tempi dell Impero Romano veniva fatta combattere nelle arene e questo potrò au n calo numerico.
Furono comunque gli avvenimenti dell'inizio del XX secolo a segnare la fine della tigre del Caspio: ritenendo che la diffusione dell'animale non fosse compatibile con lo sviluppo delle attività umane, le autorità russe all'inizio del '900 ordinarono all'esercito di sterminare le tigri, cosa che accadde nel giro di poco tempo. Inoltre, i coloni delle terre del Caspio cominciarono a sfruttare intensivamente la terra per coltivarvi cotone e riso, disboscando aree molto estese e distruggendo così l'habitat della tigre. A ciò, infine, si aggiunse la caccia delle prede abituali della tigre. La tigre del Caspio era inoltre ritenuta molto pericolosa per gli uomini, poiché era accusata di causare stragi. È possibile che a scatenare tale odio fosse l'attacco di qualche tigre, che, non trovando più le sue prede abituali, si spingeva fino agli insediamenti umani e attaccava gli uomini.
Un progetto di colonizzazione simile a quello del Caspio riguardò anche il Mar d'Aral, le grandi aree fluviali del Sir Daria e dell'Amu Daria e, infine, le zone montuose di confine con la Cina, l'Afghanistan e la Persia. L'ultima di queste zone in cui abitarono le tigri del Caspio è stata Tigrovaya Balka, oggi una riserva naturale incuneata nel Kirghizistan. Si sono documentati presunti avvistamenti in quest'area fino agli anni cinquanta, ma sempre senza confermarli. In Tagikistan si sono avuti avvistamenti fino al 1961.
Una politica simile nel Caucaso all'interno dell'Unione Sovietica sterminò la tigre nel moderno Azerbaigian agli inizi del secolo, benché nel 1964 si diffuse una notizia secondo la quale alcuni esemplari avevano nuovamente colonizzato l'area fino all'Iran e in seguito erano spariti. All'estremo orientale della sua distribuzione, il lago Balqaš, l'estinzione avvenne tra il 1930 e il 1940. Il divieto di caccia alla tigre nell'URSS, proclamato nel 1947, arrivò troppo tardi per la tigre del Caspio, ma servì a salvare l'ugualmente perseguitata tigre siberiana.
Le date della scomparsa della tigre del Caspio negli altri paesi sono più dubbie. L'estinzione della tigre nel bacino del Tarim (Cina) si situa intorno al 1920, quando una infelice politica di gestione delle acque accelerò la desertificazione della zona. La data della scomparsa in Afghanistan non si conosce, mentre quella più accreditata per l'Iran è il 1959, quando venne abbattuto un esemplare nel Parco Nazionale del Golestan, a est del Paese. Nonostante ciò, ci sono stati avvistamenti in questi ultimi due Paesi negli anni '60 e anche successivamente. Addirittura si parla di un esemplare abbattuto nel 1997, al nord del Paese, ma la notizia è molto incerta e ci sono buone ragioni per ritenere che l'animale morto fosse in realtà un leopardo.
Il caso della tigre in Turchia è piuttosto strano. La legislazione degli anni trenta di questo paese considerava la tigre come un flagello nell'Anatolia orientale, uno stato legale che non è cambiato fino al 2004. Quando si seppe dell'estinzione della tigre in Iran, nessuno pensò che sarebbe potuta sopravvivere in un paese più antropizzato come la Turchia, e questa sottospecie venne considerata estinta. Ma nel 1970 ne fu ucciso un esemplare a Uludure, nell'est del paese. Un botanico che lavorava nella zona giunse a fotografare la pelle dell'animale nel 1972, e tale esemplare venne giudicato piuttosto giovane (e pertanto indizio della presenza di altri esemplari adulti) per la distribuzione delle sue strisce.
Comunque, le diverse spedizioni di scienziati turchi in quella zona non sono riuscite a trovare nessun esemplare vivo, sebbene svariate persone, civili e militari distaccati alla frontiera con Iraq e Siria, abbiano dichiarato di aver avvistato esemplari in zona, in alcune occasioni, e di aver sentito ruggiti provenienti da diverse direzioni. Alcuni ex-cacciatori di frodo assicurano di aver ucciso da 3 a 5 tigri nella regione durante gli anni ottanta e di aver venduto le pelli clandestinamente in Iraq; ma come ci si aspettava, c'è sempre la possibilità di una confusione con i leopardi che abitano ancora la zona.
Si è parlato di una nuova spedizione più approfondita nell'area nel 2006, ma alla fine non ne è stato nulla. Per il momento non ci sono ancora state altre spedizioni.
DODO

Il Dodo o dronte visse nelle isole Mauritius fino al 1627. Era un uccello inetto a volare.
Il mito secondo cui l'estinzione sarebbe stata dovuta alla caccia da parte dei marinai pare infondato; fonti sia portoghesi sia olandesi descrivono la carne del dodo come poco appetibile. Se il termine dodo deriva dal portoghese doudo (doido nel portoghese moderno), per "sempliciotto", forse inteso anche come "preda facile" probabilmente per l'impacciato movimento sulla terra ferma, il termine olandese walgvogel significa "uccello disgustoso". La tesi più accreditata è che il dodo si sia estinto in seguito alla distruzione del suo habitat da parte dei coloni, che condannarono il dodo disboscando l'isola e introducendo specie animali antagoniste come cani, maiali, ratti e scimmie. È doveroso comunque ricordare un altro probabile fattore che ha contribuito all'estinzione della specie, ovvero la scarsa difendibilità della prole, dovuta alla nidificazione a terra e alla scarsa mobilità degli individui della specie. Sebbene infatti il sapore delle carni di questo uccello non fosse particolarmente gradito al palato dei coloni, le uova restavano comunque commestibili per alcune delle sopracitate specie antagoniste e per l'uomo stesso. Quest'aspetto si inserirebbe verosimilmente in una attendibile ricostruzione del quadro di eventi che ha portato all'estinzione dell'animale. Secondo alcune fonti, l'ultimo dodo sarebbe stato avvistato nel 1662;[1] altre riportano il 1681 come anno dell'estinzione.[2]

La presunta simbiosi con la Calvaria major

Negli ultimi anni del 1900, in seguito all'estinzione del dodo, si notò che sull'isola il numero delle Calvaria major[3], un albero che era assai diffuso nel luogo, si era drasticamente abbassato e che le loro età erano decisamente avanzate, facendo risalire la nascita degli alberi rimasti a 300 anni prima, periodo in cui si sono visti gli ultimi dodo. Questo ha portato a ipotizzare che la Calvaria major e il Raphus cucullatus fossero uniti in qualche modo, fino a dipendere l’uno dall’altro, vivendo, perciò, in una simbiosi. Si suppone che il dronte si nutrisse dei frutti della Calvaria e che il suo robusto ventriglio avesse un'azione erosiva sui duri tegumenti del seme, rendendolo così germinabile. Attualmente sopravvivono solo pochi, vecchissimi esemplari di questo albero.
RINOCERONTE LANOSO

Il Rinoceronte lanoso  è una specie estinta di rinocerontidi.Era chiamato cosi perchè a differenza delle altre specie di rinoceronti possedeva una fitta pelliccia .Visse nel Pleistocene in Europae Asia, Le dimensioni erano ragguardevoli: il peso si aggirava tra le due e le tre tonnellate, l'altezza raggiungeva i due metri alla spalla e la lunghezza dell'intero animale poteva sfiorare i 4 metri. La taglia, in sostanza, era molto simile a quella dell'attuale rinoceronte bianco (Ceratotherium simum). La testa era dotata di due corni: il primo, più grande, poteva raggiungere il metro di altezza e aveva una forma appiattita, mentre quello più piccolo non superava i 40 centimetri. Alcune pitture rupestri suggeriscono che il rinoceronte lanoso possedesse una zona di pelo più scuro a metà del corpo.Secondo gli studiosi si estinse a causa dei cambiamenti climatici ma può darsi anche per la caccia degli uomini.il suo areale comprendeva le zone dalla Corea fino alla Spagna.. I suoi scheletri sono particolarmente comuni in Russia, dove viveva insieme ai mammut lanosi. Alla fine del Pleistocene, questo rinoceronte raggiunse la massima diffusione e divenne il più diffuso tra tutti i rinoceronti, viventi o estinti. Sembra però che, al contrario di altri, il rinoceronte lanoso non abbia mai attraversato la Beringia per raggiungere l'Alaska.
VOLPE DELLE FALKAND

La volpe delle Falkand , lupo antartico o Warrah era l'unico mammifero delle isole Falkand.Visse fino al 1876.
Il primo avvistamento che conosciamo fu quello del capitano John Strong nel 1692.[2] Louis Antoine de Bougainville lo definì lupo-volpe. Il termine "warrah" deriva dalla parola aguará ("volpe" in Guaraní).
Quando Charles Darwin visitò le isole nel 1833 chiamò la specie Canis antarcticus e lo descrisse come comune e mansueto.
I coloni delle isole consideravano il lupo una minaccia per le greggi ed organizzarono una campagna di caccia su vasta scala. Lo sterminio della specie, facilitato dall'assenza di foreste e dalla docilità degli animali che non avevano predatori naturali, fu completato in breve tempo.
Un esemplare fu portato allo zoo di Londra nel 1868, ma sopravvisse per pochi anni.[3]
QUAGGA

La Quagga viveva nel sudafrica fino al 1883 quando si estinse.Dopo alcuni incroci selettivi è stta ricreata, anche se credo che non potremo mai più vedere una Quagga vera e propria , ovviamente però si potrebbe clonare ,infatti già gli scienziati ci stanno provando.Si distingueva dalle altre zebre perchè sembrava un incrocio fra un cavallo e una zebra .Per chi l ha potuta vedere penso che sia stato davvero fortunato perche lo considero l'Equide più bello.
Prima ancora che il dibattito giungesse al termine, la quagga fu cacciata fino all'estinzione per la sua carne e per procurarsi pascoli per il bestiame domestico. L'ultima quagga allo stato brado fu probabilmente abbattuta sul finire degli anni Settanta del XIX secolo, mentre l'ultimo esemplare in cattività morì il 12 agosto 1883 nello zoo Artis Magistra di Amsterdam.
A causa della confusione esistente, la quagga si estinse prima ancora che il dubbio riguardo alla sua classificazione venisse risolto. Recenti ricerche genetiche, tuttavia, hanno dimostrato che in realtà la quagga era una sottospecie fra le varie esistenti della zebra delle pianure .